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Il trattamento di ernie e protrusioni discali vertebrali. Domande frequenti

Quali sintomi possono provocare?
Le discopatie cervicali, dorsali e lombari possono causare:
Dolori alla schiena nella zona corrispondente all’ernia/protrusione, contratture e/o dolore irradiato agli arti inferiori o superiori, alterazione o perdita di sensibilità nella zona del nervo compromesso, con intorpidimento o formicolio, debolezza e perdita di forza.

Quali sono le complicazioni proprie della patologia?
I dischi intervertebrali erniati o protrusi possono comprimere le radici nervose e/o il midollo spinale, secondo la regione vertebrale in cui si trovano, cervicale, dorsale o lombare. Questo può provocare:
Il peggioramento dei sintomi dolorosi: si può arrivare progressivamente a soffrire di dolore intenso o cronico, non solo nella zona compromessa, bensì anche nelle zone d’irradiazione del dolore, diventando così limitante da non permettere di realizzare un’attività normale.
Disfunzioni o deficit neurologici motori o sensitivi: secondo la zona dell’ernia/protrusione, può esserci una compromissione nervosa motoria o sensitiva, di tipo progressivo, che può raggiungere il livello di perdita di forza o paralisi, di mancanza di sensibilità o anestesia tattile o termica o di altre funzioni.

Quale trattamento si raccomanda?
Quando il trattamento conservativo, quello farmacologico e quello fisioterapeutico non sono sufficienti ad alleviare il dolore, a far sì che i sintomi rientrino o quando c’è una compromissione neurologica progressiva, motoria o sensitiva, si valuta la scelta di trattamento chirurgico.

In generale, il protocollo di trattamento nei pazienti dell’Institut Chiari & Siringomielia & Escoliosis de Barcelona (ICSEB) che presentano una Malattia del Filum o una Sindrome Neuro-cranio-vertebrale associate a ernie o protrusioni discali (il che è molto frequente) è quello di applicare come prima scelta la Sezione del Filum terminale (SFT) con tecnica esclusiva mini-invasiva del metodo Filum System® e osservare il decorso clinico dell’ernia/protrusione discale.
Quest’innovativo trattamento consente di intervenire nel modo meno aggressivo possibile, con risultati eccellenti nella maggior parte dei casi che presentano discopatie, senza che arrivi ad essere necessaria un’altra operazione chirurgica.
Una volta effettuata la SFT, in pochi casi più avanzati- in cui sia osservata persistenza o peggioramento della sintomatologia- si procede all’asportazione chirurgica dell’ernia/protrusione discale, con la tecnica più opportuna per ogni tipo e localizzazione della discopatia. Le tecniche più utilizzate dal Filum System® sono la discectomia via semi-emi-laminectomia per le lombari; la transartrectomia per le dorsali e la discectomia per via anteriore con l’inserimento di innesti o gabbie intersomatiche per le cervicali.

Quali rischi e complicazioni comportano gli interventi di asportazione di ernie e protrusioni?
In generale, i rischi di questi interventi sono quelli propri di qualsiasi operazione chirurgica, cioè infezione o emorragia nella zona della ferita chirurgica.
Le patologie precedenti del paziente condizionano il postoperatorio e il decorso posteriore.
I rischi intra-operatori specifici di ogni tecnica utilizzata sono indicati al paziente prima dell’intervento e devono essere espressi nel consenso informato che firma.

Com’è il postoperatorio?
Secondo il tipo di tecnica operatoria, il chirurgo spiega i tempi di recupero, le controindicazioni durante la convalescenza, i farmaci postoperatori e i controlli di ferita chirurgica, fino alla sua guarigione completa.
Così come dopo qualunque intervento chirurgico, nel periodo postoperatorio i sintomi precedenti possono presentare fluttuazioni. Queste, nella maggior parte dei casi riguardano l’alleviarsi o la scomparsa dei dolori e dell’infiammazione e possono durare alcuni mesi o fino a tutto il primo anno postoperatorio.

Cosa succede se le sequele persistono a lungo termine dopo il trattamento chirurgico?
Quando un sintomo – di dolore, irradiato, d’infiammazione, di alterazione della sensibilità o di perdita di forza-, dovuto al decorso dell’ernia/protrusione prima della sua asportazione, non rientra, non migliora, persiste invariato o addirittura aumenta, il paziente può temere che il trattamento chirurgico non abbia soddisfatto il suo proposito e/o che possa essere persino responsabile del perdurare del disturbo.
La prima cosa da fare è consultare lo specialista, il quale si occuperà, per mezzo di visite ed esami, di:

1. Assicurarsi e poi confermare al malato che:
È stata eliminata efficacemente la trazione del midollo
in casi con Malattia del Filum associata.
È stata applicata la tecnica corretta di asportazione dell’ernia/protrusione.
– Eventuali innesti o gabbie intersomatiche sono stati inseriti correttamente
, ed è stato scelto un materiale compatibile e sicuro per il caso specifico.

2. Escludere o confermare:
– Che non ci siano state complicazioni postoperatorie-
traumi o sforzi precoci durante il periodo postoperatorio, che possono aver complicato il recupero delle vie nervose compromesse.
Altre diagnosi associate- una volta operata l’ernia/protrusione, è possibile identificare altre patologie dei dischi, che con il quadro clinico di prima non si potevano differenziare, ma che ora possono essere molto più evidenti (stenosi del canale, sindrome di Baastrup, delle faccette articolari ecc.) e possono provocare dei sintomi simili e nelle stesse zone già compromesse.

Nel caso in cui sia individuata una causa tra le menzionate, si procede a trattarla e al follow-up ulteriore del paziente, fino alla remissione completa dei sintomi.

Nel caso invece in cui si escluda qualunque possibilità tra quelle dei punti 1 e 2, si può dedurre che il sintomo può persistere a causa di una lesione probabilmente irreversibile, che quindi sarà difficile che regredisca. Esistono persino sequele di lesioni irreversibili, che possono avere una loro ulteriore evoluzione nonostante sia stata eliminata l’ernia/protrusione. Il sintomo corrispondente può andare peggiorando ulteriormente, essendo impossibile tanto recuperare quanto fermare la degenerazione del tessuto nervoso lesionato.
In questi casi, il medico potrà raccomandare i trattamenti palliativi, sintomatici e conservativi che ritenga idonei per ogni caso specifico.

Cosa si raccomanda per evitare questi rischi nell’evoluzione di ernie e protrusioni?
Ai pazienti con i disturbi tipici di queste diagnosi, l’equipe dell’ICSEB raccomanda di effettuare le rispettive visite, gli esami e i controlli appena questi si presentano, proprio per monitorare l’evoluzione delle discopatie e allo scopo di evitare le sequele irreversibili della compressione vertebrale e nervosa che queste possono comportare a lungo termine.

Il metodo Filum System® prevede protocolli e tecniche chirurgiche mini-invasive che, soprattutto quando applicate a diagnosi rilevate precocemente, implicano rischi minimi e risultati eccellenti, con un altissimo indice di soddisfazione dei pazienti.

Per saperne di più su ernie e protrusioni discali:

https://institutchiaribcn.com/it/ernie-protrusioni-discali/

http://www.chiarisiringomieliascoliosi.it/le-ernie-e-le-protrusioni-discali-e-la-malattia-del-filum/

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